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Segretariato Generale della Missione MCCJ

A Means of Communion and Sharing on Evangelisation and Mission

Lettera di p. Manuel Joao Pereira Correia

Lettera di p. Manuel Joao Pereira Correia

NATALE, SCOPPIO DI BOMBA O DOLCEZZA DI SEMINA?

Cari amici,

Mi trovo a Castel d’Azzano (Verona), da più di quattro mesi ormai. Mi trovo bene e sono contento. Questo Natale è per me ancora un’altra rinascita, in una nuova realtà di condizione di vita, luogo, comunità, compagni di ventura... Siamo una cinquantina di confratelli anziani o ammalati. Quasi tutti di veneranda età. La nostra è una vera “sala da parto”. Quest’anno abbiamo partorito 10 nuovi “beati” per il cielo. Un bel record! Al presente il nostro decano ha quasi 97 anni. Io invece ho recuperato un mio antico primato di essere il più giovane membro della comunità, da aggiungere a quello di essere l’unico malato di SLA in tutto l’istituto!

La nostra comunità è una vera “arca di Noè” della missione, per la diversità umana dei suoi membri; per l’ampio campionario di sordi, ciechi, muti, zoppi, storpi… e di ogni malattia che esista sotto il sole; ma soprattutto per la variegata ed estraordinaria ricchezza di esperienze di missione. Qui ho ritrovato tanti vecchi amici, conosciuti durante il mio pellegrinare di missionario; tra loro alcuni colleghi di missione, come padre Luigi, il “cacciatore” (per gli amici “padre bistecca”, suo ‘nome d’arte’!), e padre Lino (che ho ribattezzato “il Schumacher”, perché era convinto che più forte correva meno la macchina sentiva le buche della strada, sorvolandole!). Nessuno dei due, però, si ricorda di essere stato con me in Ghana. Ahimè, la memoria ci fa brutti scherzi!… Luigi l’ha persa 23 anni fa durante un intervento chirurgico. Da allora va ripetendo nei corridori: “ho perso la memoria”, ma non smette di cercarla, giorno e notte, frugando nei cassetti delle nostre stanze alla caccia di… caramelle!

Andiamo però al tema di questa lettera: gli auguri di Natale. Certo, non è facile parlare di Natale nel nostro contesto di gente vecchia e stanca, dove non ci sono più bambini, nemmeno… il Bambinello di gesso, da collocare sulla mangiatoia del nostro presepe, sparito misteriosamente. Forse un segno del nostro mondo occidentale senza infanzia. Tuttavia, benché anziani e affaticati, ci siamo messi in cammino anche noi verso Betlemme. Se il censimento si fa “ciascuno nella sua città”, noi vogliamo che la nostra sia Betlemme, la borgata di Giuseppe e Maria, dei poveri e umili. Non vorremmo scegliere la pagana Roma imperiale del potere e la ricchezza, o la dotta Atena dei filosofi e intelligenti, o la vecchia Gerusalemme del culto formale e farisaico. Vogliamo che il nostro nome sia iscritto a Betlemme, con quello di Giuseppe e Maria!

Quale augurio di Natale potrei farvi? Per rimanere in tema di attualità, vi augurerei che il Bambino piazzato da Maria e Giuseppe nella mangiatoia del vostro cuore sia come una… BOMBA che scoppi in mille schegge e colpisca la vostra vita e quanti vi capitano per strada! Anzi, una bomba atomica che copra tutto e tutti con le sue irradiazioni di luce e di calore! Allora si che tutte le altre bombe dell’egoismo umano sarebbero annientate e il nostro mondo potrebbe conoscere una nuova era di pace e di fraternità!

Beh, non vorrei farmi troppe illusioni. So che la nostra vita quotidiana, con tanti problemi e preoccupazioni, non può essere sempre uno scoppio di gioia e di ottimismo contagianti. Allora formulerei un augurio alternativo: che il Bambino nella sua piccolezza sia come un piccolo SEME DI TENEREZZA seminato nel nostro cuore. Ben curato, con il tempo e tanta pazienza, opererà il miracolo, forse meno appariscente ma non per questo meno grandioso, di moltiplicarsi con un’incredibile fecondità. Sì, il nostro cuore è un campo da semina; moltiplica ciò che viene seminato, tanto il frumento come la zizzania! Ognuno raccoglierà ciò che ha piantato. Ebbene, sulla mangiatoia di Betlemme (in ebraico “casa del pane”) troverai il buon frumento di Dio. Raccoglilo e spargilo attorno a te, con la graziosità della parola e del sorriso, con la generosità dell’azione e del gesto amico!

E per il NUOVO ANNO 2017? Che ogni nostro desiderio sia davanti a Dio (Sal 37, 10). “Se il tuo desiderio è davanti a lui, il Padre, che vede nel segreto, lo esaudirà. Il tuo desiderio è la tua preghiera: se continuo è il tuo desiderio, continua è pure la tua preghiera. Se non vuoi interrompere di pregare, non cessare di desiderare” (Sant’Agostino). Vi auguro quindi un cuore pieno di desideri, quelli veramente grandi!

Vostro,

Padre Manuel Joao Pereira Correia

Missionari Comboniani - Centro Alfredo Fiorini

Via Oppi, 29

37060 CASTEL D’AZZANO VR (Italia)

Tel. (0039) 045 8521511 - 3911773617

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