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Segretariato Generale della Missione MCCJ

A Means of Communion and Sharing on Evangelisation and Mission

Riunione del Gruppo di Riflessione sull’Islam - Reflection Group on Islam

Riunione del Gruppo di Riflessione sull’Islam - Reflection Group on Islam
Riunione del Gruppo di Riflessione sull’Islam - Reflection Group on Islam
Riunione del Gruppo di Riflessione sull’Islam - Reflection Group on Islam
Riunione del Gruppo di Riflessione sull’Islam - Reflection Group on Islam
Riunione del Gruppo di Riflessione sull’Islam - Reflection Group on Islam

Il Gruppo di Riflessione sull’Islam si è riunito a Lilongwe dal 26 al 28 Novembre 2018. Il Gruppo raggruppa i rappresentanti dell’Africa Anglofona e Francofona dei Missionari Comboniani e ha come obbiettivo di approfondire alcuni temi che riguardano l’Islam ma anche offrire proposte pastorali per costruire un rapporto sincero e proficuo con gli aderenti all’Islam. Su questo punto ha insistito la lettera del Consiglio Generale ai partecipanti ricordando come sia importante che “il gruppo di riflessione non abbia solo finalitá formative ma […] dia anche indicazioni pastorali che siano concrete e percorribili”.  

L’incontro precedente ha avuto luogo a Lomé (Togo) dal 29 novembre al 4 dicembre 2015 in cui si era parlato di fondamentalismo islamico in Africa e soprattutto nelle zone in cui i Comboniani erano presenti. In questo incontro si era deciso di preparare un questionario sulla presenza dell’Islam in Africa francofona e anglofona nelle zone dove i Comboniani lavoravano. Il questionario sarebbe stato mandato a tutte le circoscrizioni dell’Africa. Le risposte che sono pervenute al segretario generale della Missione sono state raccolte, messe in ordine e elaborate secondo i temi a cui era stato chiesto di rispondere. Il volume ‘Inchiesta sulla presenza dell’Islam nell’Africa anglofona e francofona nelle zone/parrocchie dove lavorano i missionari comboniani’ è il risultato di questo questionario. Nelle conclusioni si era sottolineata l’importanza di una conoscenza non superficiale dell’Islam (e l’impegno di far conoscere ai cristiani delle nostre parrocchie questioni importanti dell’Islam) che aiutasse a superare i luoghi comuni e i pregiudizi; inoltre, la rilevanza delle scuole come “luoghi educativi di incontro e laboratori di coabitazione pacifica e di dialogo”; la rilevanza della pastorale giovanile, comprendendo anche e soprattutto i giovani che non frequentavano le nostre parrocchie (i giovani senza lavoro e dall’incerto avvenire sono i piú vulnerabili ad un messaggio di tipo fondamentalista); la necessitá di collaborazione con i musulmani nel settore di giustizia e pace; infine, il lavoro di animazione della chiesa locale nello studio e l’incontro con l’Islam.

L’incontro di Lilongwe ha affrontato altri temi, in particolare il matrimonio nella legislazione islamica e le implicazioni pastorali dei matrimoni tra cristiani e musulmani, l’espansione dell’Islam in Africa e le aree di conflitto tra cristiani e musulmani. 

P. Simon Mbuthia, comboniano e insegnante al Dar Comboni del Cairo, ha parlato del matrimonio nella legislazione islamica sottolineando che il matrimonio è considerato in primo luogo come un contratto che lega la donna e l’uomo a precisi doveri e diritti dove, peró, lo stato della donna é inferiore rispetto a quello dell’uomo. Il matrimonio misto incontra grosse difficoltá, soprattutto oggigiorno in cui tendenze integraliste si fanno sentire e la legislazione islamica (parte del corpo legislativo dello stato) si arroga il diritto di regolare l’istituzione matrimoniale.

Il prof. Tobias Jere e Hamid Kongwe hanno condiviso esperienze di dialogo in Malawi mettendo in risalto come, nel tempo del multipartitismo, le comunitá religiose si siano unite nella richiesta per un buon governo e la trasparenza, e la collaborazione tra le diverse fedi sia stata fondamentale nello svolgimento di elezioni pacifiche.

Altrettanto interessante è stato il contributo di p. Felix Phiri, dei Missionari d Africa. Ha parlato dello stato attuale dell’Islam nell’Africa sub-sahariana: espansione e influenza nella politica, nell’economia e nella societá. P. Felix ha spiegato che l’Islam nell’Africa sub-sahariana si è esteso in tre modi: attraverso i mercanti (soprattutto all’inizio della sua espansione), le corti, cioè il momento in cui l’Islam viene adottato dai governanti, e la penetrazione capillare nella societá attraverso le confraternite sufi. Oggi, l’Islam si rafforza e si propaga attraverso la Da’wa, cioè l’azione di propaganda che usa diversi mezzi, dai centri di studi alle costruzioni di moschee, dai mezzi di comunicazione ai predicatori itineranti. È diretta si ai musulmani che ai non-musulmani. Il secondo mezzo, ancorché circoscritto, è la Jihad, che vuole non solo propagare un Islam intollerante ma imporlo con la forza; vi sono diverse cellule di questo islamismo militante e violento (Boko Haram, Al-Shabaab, Al Qaeda) in diverse parti dell’Africa. Infine l’islamizzazione della societá che usa diversi strumenti e che puó iniziare con richieste apparentemente innocue come l’adozione della legislazione islamica per regolare i rapporti matrimoniali tra musulmani e questioni di ereditá.  

P. Richard Kyankaaga, responsabile del Dar Comboni al Cairo, ha presentato le aree di conflitti interreligiosi nell’Africa subsahariana. P. Richard ha sottolineato come le primavere arabe nel 2011 – che indicano una serie di proteste ed agitazioni cominciate tra la fine del 2010 e l'inizio del 2011– abbiano minato alcuni regimi politici creando uno stato di anarchia che, di fatto, ha favorito i gruppi terroristi. P. Richard ha continuato presentando alcune aree di conflitti, dalla Nigeria al Mali, dalla Somalia al Mozambico. La mancanza di successo nella lotta contro i gruppi terroristi da parte dei governi è in parte dovuta alla corruzione nei governi stessi e negli apparati di polizia e dell’esercito.

Alla fine dell’incontro, i partecipanti si sono accordati su alcune prioritá tra cui far conoscere alle comunitá delle circoscrizioni  i contenuti dell’incontro di Lilongwe(a livello comunitario, zonale e nella assemblee provinciali); animare le chiese locali (sacerdoti, catechisti e la gente) su aspetti importanti dell’Islam e la sua presenza nell’Africa sub-sahariana; riprendere il questionario del 2015 e coinvolgere tutte le comunitá della circoscrizione (nel precedente questionario solo 18 su 160 presenti in Africa avevano risposto, e 6 circoscrizioni su 13 avevano presentato un rapporto); presentare un resoconto dell’incontro durante l’assemblea annuale dei provinciali e incoraggiarli perché animino le loro circoscrizioni ad affrontare tematiche sulla presenza dell’Islam; infine, aggiornare il sito www.awlaadibnhagar.org, gestito dai Comboniani al Cairo, che aveva lo scopo di informazione e formazione sull’Islam e esplorare possibilitá di dialogo.

L’Islam è una presenza nel panorama mondiale, e specialmente nell’Africa sub-sahariana, che non possiamo ignorare. È in un rapporto positivo con i fedeli di questa religione che si giocherà  la pace nei prossimi anni. Perció la conoscenza dell’Islam, gli sforzi di collaborazione con le persone di religione musulmana, ma anche il compito di aiutare i cristiani a superare i pregiudizi e i sospetti che minano le relazioni sociali e la coabitazione pacifica, dovrebbero essere le sfide pastorali dei prossimi anni.

 

P. Mariano Tibaldo mccj

Segretario Generale della Missione

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